L'Agriturismo Gatto Giallo, a Monte Gabbione

Pubblicato il da mauroriotto

Un ex amministratore di un gruppo di aziende del nord Italia che una volta in pensione scende da Bergamo a Montegabbione, in Umbria, per aprire un agriturismo; una stalla che diventa un’elegante sala da pranzo; un gatto dal pelo giallastro che prima di scappare per le campagne dell’Alto orvietano ispira i propri padroni – ancora indecisi sul nome che avrebbero dato all’attività di ristorazione – diventando un logo vivente; un piccolo allevamento dove un cinghiale è riuscito prima a intrufolarsi e poi ad accoppiarsi con una scrofa generando una stirpe di mezzi sangue. Tutto questo è Gattogiallo, l’agriturismo di Renato Maver e della moglie Giusi Beretta.

“Fino a un anno fa lavorava con noi anche nostro figlio Alessandro: era lui il cuoco, ma ora se ne è andato, non è facile stare in un piccolo paese quando si è giovani e si è abituati a vivere in città”.

Quando avete inaugurato la vostra attività di ristorazione?

“Nella primavera del 2006. Questo posto prima era un rustico; poi, quando nel 2005 abbiamo acquistato la proprietà dell’immobile, abbiamo deciso di ristrutturarlo e di farne un agriturismo”.

Da Bergamo a Montegabbione, come mai questa scelta?

“All’inizio avevamo cercato anche in Toscana, ma i prezzi erano troppo alti. Sono stati degli amici di queste parti a indirizzarci verso Montegabbione”.

Per quanti coperti è pensata la sala?

“Quaranta in tutto; questo perché abbiamo venti posti letto e per gli agriturismi non si può avere più del doppio di coperti rispetto ai posti letto”.

Ci parli della vostra cucina...

“All’inizio, in particolar modo quando il cuoco era Alessandro, ci eravamo specializzati in piatti di pesce, ma ora ci dedichiamo più a una cucina semplice e tradizionale; abbiamo anche un bel camino per la carne alla griglia e diverse ricette per i polli e i maiali che alleviamo nella nostra proprietà”.

E i dolci?

“Li facciamo noi: crostate, dolci al cioccolato, cantucci, e dolci stagionali”.

Siete anche produttori di vino...

“Sì; dalle nostre vigne, che abbiamo coltivato grazie ai consigli dell’enologo Fabrizio Fimiani, esce un pinot nero che usiamo come vino della casa nel nostro agriturismo: si chiama proprio Gattogiallo, e ne produciamo circa mille litri l’anno. Ma sono solo due anni che vinifichiamo”.

Anche l’olio è di vostra produzione?

“Certamente; ma di quello ne facciamo solo 200 litri. Il 2008 è stata, per il nostro olio, un’ottima annata”.

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